venerdì 25 aprile 2014

Giovanni Battista e il culto della Dea



Ho trovato interessante un articolo che parla di una certa Elena-Luna   
scritto dallo studioso Jean Danielau 
che in un gruppo di testi,noti come gli scritti pseudo-clementini ( testi di origine Giudeo-cristiana attribuiti impropriamente al  papa Clemente I, vissuto nel secoli I d.C),
si narra che Giovanni Battista avesse circa trenta discepoli principali, corrispondenti ai giorni mensili del calendario esseno. Tra questi discepoli vi era una donna, chiamata Elena, che era paragonata alla luna. Il significato della parola Elena in greco, è quella di fuoco, fiaccola. 
Tra i discepoli di Giovanni Battista vi era quindi una donna di nome Elena che,paragonata alla Luna, conteneva nel suo nome anche il significato di fuoco e, per estensione, quello di luce.

Ma che valenza simbolica ebbe l’esistenza di una donna chiamata Luna tra i discepoli?

Seconda Mircea Eliade la Luna, presso le popolazione ancntiche, rievocava il tema della rigenerazioni periodica del cosmo in connessione con le fasi.
La Luna esprimeva l’idea del cambiamento e dell’essere in divenire contemporaneamente di una realtà e del relativo opposto. 
Tale divenire si esprimeva nella concezione trinitaria della Luna, che era vista come Luna nuova impersonata da una vergine, come Luna piena impersonata da una donna matura e dalla luna nera da una donna anziana.  Chiamare, tra i trenta discepoli Luna implicava quindi un discorso profondo, traduceva una simbologia in cui l’elemento femminile rappresentava il supporto fondamentale sacro.

Una traccia che accosta Giovanni Battista al culto della Dea è poi il luogo stesso ricco d’acqua dove battezzava. Essendo soggette ai ritmi della pioggia e della marea ed essendo germinative, le acque  vengono comandate della Luna. “ Tutte le divinità lunari conservano, più o meno sensibilmente, attributi e funzioni acquatiche”, scrive Mircea Eliade.


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