Ho trovato interessante un articolo che parla di una certa
Elena-Luna
scritto dallo studioso Jean
Danielau
che in un gruppo di testi,noti
come gli scritti pseudo-clementini ( testi di origine Giudeo-cristiana
attribuiti impropriamente al papa
Clemente I, vissuto nel secoli I d.C),
si narra che Giovanni Battista avesse
circa trenta discepoli principali, corrispondenti ai giorni mensili del
calendario esseno. Tra questi discepoli vi era una donna, chiamata Elena, che
era paragonata alla luna. Il significato della parola Elena in greco, è quella
di fuoco, fiaccola.
Tra i discepoli di Giovanni Battista vi era quindi una
donna di nome Elena che,paragonata alla Luna, conteneva nel suo nome anche il
significato di fuoco e, per estensione, quello di luce.
Ma che valenza simbolica ebbe l’esistenza di una donna
chiamata Luna tra i discepoli?
Seconda Mircea Eliade la Luna, presso le popolazione
ancntiche, rievocava il tema della rigenerazioni periodica del cosmo in
connessione con le fasi.
La Luna esprimeva l’idea del cambiamento e dell’essere in
divenire contemporaneamente di una realtà e del relativo opposto.
Tale divenire
si esprimeva nella concezione trinitaria della Luna, che era vista come Luna
nuova impersonata da una vergine, come Luna piena impersonata da una donna
matura e dalla luna nera da una donna anziana.
Chiamare, tra i trenta discepoli Luna implicava quindi un discorso
profondo, traduceva una simbologia in cui l’elemento femminile rappresentava il
supporto fondamentale sacro.
Una traccia che accosta Giovanni Battista al culto della Dea
è poi il luogo stesso ricco d’acqua dove battezzava. Essendo soggette ai ritmi
della pioggia e della marea ed essendo germinative, le acque vengono comandate della Luna. “ Tutte le
divinità lunari conservano, più o meno sensibilmente, attributi e funzioni acquatiche”,
scrive Mircea Eliade.
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