La DONNA- FERA è quella che si trovava in uno stato psichico naturale - ovvero nel suo giusto spirito selvaggio - e fu poi catturata da una qualche svolta negli eventi, diventando pertanto eccessivamente addomesticata, e con gli istinti affievoliti.
Quando le si presenta un'occasione per tornare alla sua natura selvaggia ordinaria, con estrema facilità inciampa in ogni sorta di trappole e veleni. Siccome i suoi cicli e i sistemi protettivi sono stati alterati, è a rischio in quello che un tempo era il suo stato naturale selvaggio. Non più vigile, diventa una facile preda.
A parecchie esche è sensibile: relazioni, persone e avventure seducenti e invitanti, che tuttavia hanno dentro qualcosa di affilato che uccide lo spirito non appena vi si addentra.
Le Donne Fere di ogni età, e in particolare le giovani, hanno un'urgenza tremenda di compensare privazioni ed esilio. Sono messe in pericolo dalla tensione eccessiva e noncurante verso persone e obiettivi che non alimentano, non danno sostanza o non durano. Ovunque e in qualunque epoca si viva, sempre esistono gabbie in attesa: esistenze troppo ristrette in cui le donne possono essere attratte o sospinte.
La Donna Fera di solito è affamatissima di spiritualità, e spesso afferra qualunque veleno camuffato, convinta che si tratti proprio di ciò di cui la sua anima ha fame.
Quando muore di fame, la donna accetta qualunque surrogato le venga offerto, compresi quelli che, come i placebo, non le fanno assolutamente nulla e quelli distruttivi, letali, che ne sprecano orrendamente il tempo e i talenti o espongono la sua vita a un pericolo fisico.
La Donna Fera è la donna che prende la via del ritorno. Sta imparando a svegliarsi, a concentrare l'attenzione, a smettere di essere ingenua, disinformata.
Riprende la vita nelle sue mani, e per riapprendere gli istinti femminili profondi deve comprendere com'è avvenuto il "disarmo".
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