La DONNA- FERA è quella che si trovava in uno stato psichico naturale - ovvero nel suo giusto spirito selvaggio - e fu poi catturata da una qualche svolta negli eventi, diventando pertanto eccessivamente addomesticata, e con gli istinti affievoliti.
Quando le si presenta un'occasione per tornare alla sua natura selvaggia ordinaria, con estrema facilità inciampa in ogni sorta di trappole e veleni. Siccome i suoi cicli e i sistemi protettivi sono stati alterati, è a rischio in quello che un tempo era il suo stato naturale selvaggio. Non più vigile, diventa una facile preda.
A parecchie esche è sensibile: relazioni, persone e avventure seducenti e invitanti, che tuttavia hanno dentro qualcosa di affilato che uccide lo spirito non appena vi si addentra.
Le Donne Fere di ogni età, e in particolare le giovani, hanno un'urgenza tremenda di compensare privazioni ed esilio. Sono messe in pericolo dalla tensione eccessiva e noncurante verso persone e obiettivi che non alimentano, non danno sostanza o non durano. Ovunque e in qualunque epoca si viva, sempre esistono gabbie in attesa: esistenze troppo ristrette in cui le donne possono essere attratte o sospinte.
La Donna Fera di solito è affamatissima di spiritualità, e spesso afferra qualunque veleno camuffato, convinta che si tratti proprio di ciò di cui la sua anima ha fame.
Quando muore di fame, la donna accetta qualunque surrogato le venga offerto, compresi quelli che, come i placebo, non le fanno assolutamente nulla e quelli distruttivi, letali, che ne sprecano orrendamente il tempo e i talenti o espongono la sua vita a un pericolo fisico.
La Donna Fera è la donna che prende la via del ritorno. Sta imparando a svegliarsi, a concentrare l'attenzione, a smettere di essere ingenua, disinformata.
Riprende la vita nelle sue mani, e per riapprendere gli istinti femminili profondi deve comprendere com'è avvenuto il "disarmo".
martedì 30 luglio 2013
Sono una donna strana,sai?
"Sono una donna strana, sai?
Una di quelle che potrebbe dar fuori di testa ogni cinque minuti, eppure non trova parole.
Una di quelle che , mentre c’è troppo silenzio, vorrebbe sentire rumore.
Una donna piccola, se vuoi. Ma piccola tanto.
Solo gli occhi son grandi, quelli si, sono meravigliosi.
Quando parlo, quando parla una come me, prima delle parole, guarda gli occhi, dove vanno?
Sono in centinaia di posti, gli occhi.
Solo poche persone li stanno a guardare. Anche tu. Tu li guardi, lo vedo.
Sono una di quelle donne strane , sai? Che hanno paura a dormir da sole.
Una di quelle donne a cui dici “sposami" e che ti guardano con sospetto.
Una di quelle donne che ti dicono di non mandarle via, eppure , a volte, vorrebbero distruggere tutto , per vedere se rimane in piedi.
Ecco, prendimi così, come sono. Piccola così.
Anche se a volte non ne vale la pena.
Anche se spesso tutto ti trema intorno.
O perlomeno, a me trema."
Una di quelle che potrebbe dar fuori di testa ogni cinque minuti, eppure non trova parole.
Una di quelle che , mentre c’è troppo silenzio, vorrebbe sentire rumore.
Una donna piccola, se vuoi. Ma piccola tanto.
Solo gli occhi son grandi, quelli si, sono meravigliosi.
Quando parlo, quando parla una come me, prima delle parole, guarda gli occhi, dove vanno?
Sono in centinaia di posti, gli occhi.
Solo poche persone li stanno a guardare. Anche tu. Tu li guardi, lo vedo.
Sono una di quelle donne strane , sai? Che hanno paura a dormir da sole.
Una di quelle donne a cui dici “sposami" e che ti guardano con sospetto.
Una di quelle donne che ti dicono di non mandarle via, eppure , a volte, vorrebbero distruggere tutto , per vedere se rimane in piedi.
Ecco, prendimi così, come sono. Piccola così.
Anche se a volte non ne vale la pena.
Anche se spesso tutto ti trema intorno.
O perlomeno, a me trema."
E non finisce mica il cielo....
Anche se manchi tu
Sara' dolore o e' sempre cielo
Fin dove vedo.
Chissa' se avro' paura
O il senso della voglia di te....
UNA MORBIDA FORZA: DONNE COME L'ACQUA
Usciamo dal preconcetto: morbidezza uguale debolezza.
Una persona morbida non è affatto una persona debole.
È vero il contrario: essere capaci di ammorbidire le proprie posizioni, adeguarsi alle circostanze pur rimanendo fedeli a se stessi, trovare soluzioni con duttilità, farsi rispettare senza essere rigidi è un grande atto di coraggio. Richiede molta forza interiore.
Morbidezza è scorrere e fluire: come l'acqua. Scivola morbidamente, assume la forma del suo contenitore: in un bicchiere prende la forma del bicchiere, in un vaso prende la forma del vaso. Ma rimane sempre se stessa. L'acqua sa anche cambiare consistenza: diventa vapore, ghiaccio, brina, pioggia, lacrime, sudore, nebbia, rugiada. L'acqua si conforma alle diverse circostanze ma non perde mai la sua identità.
Così è l'energia femminile: liquida, fluida, sinuosa.
E' nel morbido che il mondo femminile può trovare la sua forza, il suo sostegno, la sua spina dorsale.
La donna forte è una morbida ma intensa presenza….
dal libro "La forza delle donne" di Simona Oberhammer
Una persona morbida non è affatto una persona debole.
È vero il contrario: essere capaci di ammorbidire le proprie posizioni, adeguarsi alle circostanze pur rimanendo fedeli a se stessi, trovare soluzioni con duttilità, farsi rispettare senza essere rigidi è un grande atto di coraggio. Richiede molta forza interiore.
Morbidezza è scorrere e fluire: come l'acqua. Scivola morbidamente, assume la forma del suo contenitore: in un bicchiere prende la forma del bicchiere, in un vaso prende la forma del vaso. Ma rimane sempre se stessa. L'acqua sa anche cambiare consistenza: diventa vapore, ghiaccio, brina, pioggia, lacrime, sudore, nebbia, rugiada. L'acqua si conforma alle diverse circostanze ma non perde mai la sua identità.
Così è l'energia femminile: liquida, fluida, sinuosa.
E' nel morbido che il mondo femminile può trovare la sua forza, il suo sostegno, la sua spina dorsale.
La donna forte è una morbida ma intensa presenza….
dal libro "La forza delle donne" di Simona Oberhammer
mercoledì 24 luglio 2013
LA CANZONE DELLO SPIRITO: IL CONCEPIMENTO
“C’è una tribù in Africa Orientale in cui l’arte della relazione profonda è nutrita anche prima della nascita.
In questa tribù la data di nascita di un figlio non è il giorno effettivo della sua nascita né il giorno del concepimento, come in altri villaggi.
Per questa tribù la data di nascita è la prima volta che il figlio è un pensiero nella mente della mamma .
Consapevole della sua intenzione di concepire un bambino con un particolare padre, la mamma va a sedere da sola sotto un albero. Lì si siede e ascolta fino a quando può sentire la canzone del bambino che spera di concepire.
Una volta che l’ha sentita, torna al villaggio e la insegna al padre in modo che possano cantarla insieme mentre fanno l’amore invitando il bambino a unirsi a loro. Dopo che il bambino è stato concepito, la mamma canta la canzone per il bambino che è nel suo grembo.
E poi la insegna alle donne anziane e alle ostetriche del villaggio perché, durante il travaglio e al momento miracoloso della nascita, il bambino sia accolto con la sua canzone.
Dopo la nascita tutti gli abitanti del villaggio imparano la canzone del loro nuovo membro e la cantano al bambino quando lui cade o si fa male.
La canzone è cantata nelle occasioni di trionfo, nei rituali e nelle iniziazioni.
Diventa poi parte della cerimonia del suo matrimonio e, alla fine della vita, i suoi cari si riuniranno attorno al letto di morte e canteranno questa canzone per l’ultima volta.”
J. Kornfield, 1996
In questa tribù la data di nascita di un figlio non è il giorno effettivo della sua nascita né il giorno del concepimento, come in altri villaggi.
Per questa tribù la data di nascita è la prima volta che il figlio è un pensiero nella mente della mamma .
Consapevole della sua intenzione di concepire un bambino con un particolare padre, la mamma va a sedere da sola sotto un albero. Lì si siede e ascolta fino a quando può sentire la canzone del bambino che spera di concepire.
Una volta che l’ha sentita, torna al villaggio e la insegna al padre in modo che possano cantarla insieme mentre fanno l’amore invitando il bambino a unirsi a loro. Dopo che il bambino è stato concepito, la mamma canta la canzone per il bambino che è nel suo grembo.
E poi la insegna alle donne anziane e alle ostetriche del villaggio perché, durante il travaglio e al momento miracoloso della nascita, il bambino sia accolto con la sua canzone.
Dopo la nascita tutti gli abitanti del villaggio imparano la canzone del loro nuovo membro e la cantano al bambino quando lui cade o si fa male.
La canzone è cantata nelle occasioni di trionfo, nei rituali e nelle iniziazioni.
Diventa poi parte della cerimonia del suo matrimonio e, alla fine della vita, i suoi cari si riuniranno attorno al letto di morte e canteranno questa canzone per l’ultima volta.”
J. Kornfield, 1996
VIVI OGGI CARA DONNA, NON DOMANI...
Spesso la vita scorre e noi non ce ne accorgiamo, perdendo i nostri preziosi giorni rivolte al passato o protese verso il futuro.
Ma è solo il presente che ci fa davvero vivere. Ecco qualche spunto per vivere " ora" e gustarsi la vita.
• Non esiste niente al di fuori di questo momento: il futuro deve venire, il passato se n'è andato. Solo adesso puoi sentire lo scorrere dell'esistenza.
• Ciò che perdi adesso è perso per sempre: non ritornerà l'attimo di ora, mai più.
• Se hai dei problemi è normale preoccuparsi, alterna però dei momenti in cui pensi ad altro, in cui vivi come se quel problema non ci fosse, gustandoti piccoli spazi riposanti. Serve a dare alla tua mente, e alla tua anima, una pausa rigenerante.
• Se sei preoccupata per ciò che non hai, pensa a quello che hai e gustati l'esperienza del momento con gratitudine.
• Metti i rimpianti nel cassetto, oppure archiviali come capitoli chiusi. Se li tieni vicino a te avvelenano la tua vita e tolgono colore alle giornate di ora.
• Se stai soffrendo perché la tua storia d'amore è finita non puoi limitare il dolore. Però puoi guardare in faccia la giornata di oggi e far entrare spazi dedicati al sorriso. Forse saranno piccoli ma ti aiuteranno e daranno nuova linfa alla tua anima.
•Non soffermati troppo su quello che non ti piace: concentrati su quello che ti piace. Ti fa vivere meglio l'attimo presente.
• Se va tutto storto e vorresti voltare la pagina di quella giornata, diventa cacciatrice di piacere: un raggio di sole, la carezza del vento, le parole di una persona cara, un bel paesaggio, la tua canzone preferita alla radio, il profumo di un cibo che ami. Ti servirà a cambiare un po' la prospettiva e a stemperare un momento difficile.
...ricorda che la tua anima è sempre vicino a te e non c'è giornata che non valga la pena di essere vissuta intensamente, nell'attimo presente, se lei ti è accanto…
Simona Oberhammer - La Via Femminile
Ma è solo il presente che ci fa davvero vivere. Ecco qualche spunto per vivere " ora" e gustarsi la vita.
• Non esiste niente al di fuori di questo momento: il futuro deve venire, il passato se n'è andato. Solo adesso puoi sentire lo scorrere dell'esistenza.
• Ciò che perdi adesso è perso per sempre: non ritornerà l'attimo di ora, mai più.
• Se hai dei problemi è normale preoccuparsi, alterna però dei momenti in cui pensi ad altro, in cui vivi come se quel problema non ci fosse, gustandoti piccoli spazi riposanti. Serve a dare alla tua mente, e alla tua anima, una pausa rigenerante.
• Se sei preoccupata per ciò che non hai, pensa a quello che hai e gustati l'esperienza del momento con gratitudine.
• Metti i rimpianti nel cassetto, oppure archiviali come capitoli chiusi. Se li tieni vicino a te avvelenano la tua vita e tolgono colore alle giornate di ora.
• Se stai soffrendo perché la tua storia d'amore è finita non puoi limitare il dolore. Però puoi guardare in faccia la giornata di oggi e far entrare spazi dedicati al sorriso. Forse saranno piccoli ma ti aiuteranno e daranno nuova linfa alla tua anima.
•Non soffermati troppo su quello che non ti piace: concentrati su quello che ti piace. Ti fa vivere meglio l'attimo presente.
• Se va tutto storto e vorresti voltare la pagina di quella giornata, diventa cacciatrice di piacere: un raggio di sole, la carezza del vento, le parole di una persona cara, un bel paesaggio, la tua canzone preferita alla radio, il profumo di un cibo che ami. Ti servirà a cambiare un po' la prospettiva e a stemperare un momento difficile.
...ricorda che la tua anima è sempre vicino a te e non c'è giornata che non valga la pena di essere vissuta intensamente, nell'attimo presente, se lei ti è accanto…
Simona Oberhammer - La Via Femminile
sabato 6 luglio 2013
Matrimonio Simbolico
Eco Festa per inizio Convivenza
Celebrare una grande Festa per una Convivenza, magari nel posto dove si è conosciuti,o in giardino..o nella propria casa,per augurarsi la gioia della condivisione e della nuova vita con le persone che amiamo.
Realizzare un Eco Evento per questo genere di Festa ti porta ad uscire fuori dai canoni convenzionali e a sentirsi liberi di decidere,di scegliere in autonomia, dal vestito al buffet alla classica bomboniera che diventerà un ricordo di una giornata diversa fatta di scelte diverse.
Realizzare un Eco Evento per questo genere di Festa ti porta ad uscire fuori dai canoni convenzionali e a sentirsi liberi di decidere,di scegliere in autonomia, dal vestito al buffet alla classica bomboniera che diventerà un ricordo di una giornata diversa fatta di scelte diverse.
Per info ecoevolution@libero.it
Verso una Sobrietà Felice
Oggi pubblico questo articolo,che trovo molto interessante e ringrazio anche
il sito:http://biodetersivi.altervista.org/index_file/page0019.htm per il suo contributo!
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il sito:http://biodetersivi.altervista.org/index_file/page0019.htm per il suo contributo!
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1. La sobrietà dona tempo di vita. L’eccesso costa fatica.
(Ovvero: vale di più il denaro o il tempo?)
La cultura nella quale siamo cresciuti è fondata sulla ricerca della perfezione e dell’infallibilità. È una cultura che, avendo perduto il sacro, il divino, si illude di poterlo ritrovare imponendo alle proprie azioni, ai propri oggetti, proprio due delle caratteristiche che alcune visioni spirituali hanno assegnato a ciò che chiamano Dio: la perfezione e l’infallibilità.
La ricerca estenuante della perfezione (ogni cosa intorno a me nello spazio deve essere come voglio che
sia, al 100%) e dell’infallibilità (ogni cosa che accade nel tempo deve corrispondere al 100% a ciò che ho previsto) ha un costo molto pesante in termini di risorse del pianeta e tempo di vita degli esseri umani.
sia, al 100%) e dell’infallibilità (ogni cosa che accade nel tempo deve corrispondere al 100% a ciò che ho previsto) ha un costo molto pesante in termini di risorse del pianeta e tempo di vita degli esseri umani.
Il pianeta: siamo in un vicolo cieco. Questa corsa affannosa sta consumando risorse, rubandole alle generazioni che verranno (ad esempio, non riciclare tutto il rame utilizzato è un crimine) e sta causando un cambiamento troppo rapido del clima, che ha già rubato parte dei bianchi ghiacciai delle nostre più alte montagne, le Alpi.
Gli esseri umani: se ci fermiamo un attimo a riflettere, ci accorgiamo che la cosa più preziosa che abbiamo è il tempo della nostra vita. Quanto ne sprechiamo in una corsa affannosa per fare e comperare? La misura di questo spreco è la mancanza di serenità e gioia nel nostro cuore, che si riflette nella mancanza di luce nei nostri occhi. Luce che è così facile trovare negli occhi delle genti dei paesi a economia debole, che hanno molto meno denaro e molto più tempo.
2. Il coraggio di accettare l’imperfezione e la fallibilità.
(Ovvero: “Meno stanchezza e rabbia, più tempo e sorrisi”)
Se non pretendiamo più che ogni cosa sia perfetta, se la smettiamo di affannarci perché ogni cosa accada come abbiamo previsto, se cessiamo di illuderci che la vita sia priva di rischi e imprevisti, riduciamo enormemente il tempo che dedichiamo a raggiungere questo inarrivabile obiettivo. E diminuiamo il corrispondente consumo di risorse.
Se accettiamo che le cose siano perfette solo al 90%, consumiamo risorse (e tempo di vita) per 50. Se ci poniamo l’obiettivo della perfezione al 100%, dobbiamo raddoppiare il consumo di risorse (e tempo di vita). Quest’ultimo pezzetto è faticosissimo da ottenere!
Oltretutto, la natura ci fa sempre qualche scherzetto: al 100% è quasi sempre impossibile arrivare, crediamo di esserci arrivati ma in realtà a spese di sforzi spaventosi siamo arrivati soltanto al 99%.
Quando quell’ultimo punto percentuale di imprevedibilità si manifesta, facendo sballare le nostre previsioni, ci arrabbiamo da matti. Così, già esausti per lo sforzo spaventoso fatto, per di più ci arrabbiamo. Stanchi e arrabbiati.
Ne vale la pena?
Quando quell’ultimo punto percentuale di imprevedibilità si manifesta, facendo sballare le nostre previsioni, ci arrabbiamo da matti. Così, già esausti per lo sforzo spaventoso fatto, per di più ci arrabbiamo. Stanchi e arrabbiati.
Ne vale la pena?
Forse meglio accontentarsi del 90% e sorridere per il 10% mancante, che ne dite?
3. Il terrore del batterio, l’indifferenza per i veleni.
(Ovvero: “Usiamo le bilance non solo per la farina, ma anche per la nostra vita”)
Un altro modo in cui si manifesta l’illusoria aspirazione alla perfezione e all’infallibilità è la disinfezione.
Un’altra caratteristica di questa cultura è infatti il terrore del batterio. Si cerca di eliminare ogni batterio da ogni luogo, non considerando che:
- Quello tra il nostro corpo e i batteri è un dialogo continuo: dalla capacità del nostro corpo di incontrarsi con gli agenti estranei e produrre anticorpi deriva la forza del nostro sistema immunitario. Batteri esistono dappertutto, ma proprio il contatto con essi consente al nostro corpo di mantenere adeguata vigilanza e capacità di reagire. Solo quando il corpo non ha la capacità di reagire, i batteri prendono il sopravvento.
Ma un corpo che non abbia mai incontrato un batterio non è in grado di sviluppare un sistema immunitario efficace. Per questo un corpo sano dovrebbe essere in grado di far fronte ai batteri comuni: per questi basta una normale igiene. Una sterilizzazione più spinta è necessaria solo dove e quando si profilasse un reale pericolo sanitario. Bisogna inoltre ricordare che esiste anche una flora batterica “benefica”, che vive in simbiosi con il nostro corpo e anzi ci aiuta in certe funzioni – per esempio la digestione – e tale flora batterica viene distrutta da una disinfezione spinta. - La pretesa di eliminare ogni batterio da ogni luogo ha fatto circolare enormi quantità di sostanze chimiche, molte delle quali ritenute a rischio cancerogeno.
Sia chiaro: è sacrosanto che si agisca per ridurre la carica batterica là dove può essere dannosa: l’eliminazione nei secoli scorsi di tante malattie devastanti grazie alle competenze acquisite nel campo della disinfezione è stata fantastica (vedi la disinfezione in campo operatorio).
Ma al di fuori della sala operatoria, non pretendiamo la disinfezione sempre e ovunque: cerchiamola con consapevolezza là dove serve davvero.
Ma al di fuori della sala operatoria, non pretendiamo la disinfezione sempre e ovunque: cerchiamola con consapevolezza là dove serve davvero.
Ogni nostra azione ha un costo in termini di risorse e di tempo di vita: agiamo solo quando serve davvero, quando il vantaggio che ne deriva è superiore al costo di risorse e di tempo di vita.
4. L’(im)perfezione nel campo della detersione.
(Ovvero: “Come uscire dalla trappola ed essere più felici”)
La possibilità che la detersione ci offre è quella di giocare sperimentando. Sperimentando sul piano della qualità (provare altri tipi di detersivi rispetto a quelli di sintesi, cioè naturali e non cancerogeni) e sul piano della quantità (andare alla ricerca della dose giusta di detersivo).
Affaccendarsi perché neanche una macchiolina su mille resista ancora dopo il lavaggio, porta a usare sempre enormi quantità di detersivo, rispetto a quello che basterebbe se ci accontentassimo di eliminarne 90% (il terrore della macchiolina è forse parente del terrore del batterio?).
La strada maestra diventa allora quella di dimezzare le quantità e osservare che cosa succede. Tre sono le cose che possono succedere:
- non succede niente;
- ottengo un risultato imperfetto, ma che mi sta bene;
- ottengo un risultato imperfetto, che non mi sta bene.
Nei casi 1) e 2) mi fermo lì dove sono: “Chi sta bene, non si muove”.
Nel caso 3), aumento la quantità (magari al 75% dell’iniziale) e ripeto l’esperimento, continuando ad aumentare finché non sono contento. Consapevole che ogni aumento di detersivo porta aumento di consumo di risorse e di tempo di vita (come sempre, ottengo qualcosa da una parte e ne perdo da un’altra).
Nel caso 3), aumento la quantità (magari al 75% dell’iniziale) e ripeto l’esperimento, continuando ad aumentare finché non sono contento. Consapevole che ogni aumento di detersivo porta aumento di consumo di risorse e di tempo di vita (come sempre, ottengo qualcosa da una parte e ne perdo da un’altra).
Tempo di vita perché i detersivi (come ogni cosa che utilizziamo) costano tempo di vita per essere prodotti (se ve li fate da soli, come vi abbiamo insegnato) oppure perché dovete lavorare per guadagnare i soldi che usate per comprarli.
Naturalmente molti di noi sono rinchiusi in una trappola: per fare gli esperimenti di cui sopra ci vuole tempo (di più di quello che serve per usare ogni volta il massimo dei massimi della quantità di ogni detersivo) e tanti di noi vivono una vita spericolata, nella quale di tempo che avanza non ne hanno neanche un po’.
Però cercando bene bene, spazi per liberare tempo si possono forse trovare. Uno molto semplice potrebbe essere il seguente: tantissime persone utilizzano tutta la tredicesima (o una sua parte significativa) per comprare regali di Natale. Se smettessimo di comprare regali di Natale, facendo regali con il cuore invece che con il denaro (una conchiglia raccolta sulla spiaggia, un pezzo di legno con una bella forma trovato nei boschi, un disegno, una poesia o un racconto scritto da sé invece di un libro scritto da altri), tante persone di questa società convulsa potrebbero recuperare un sacco di tempo.
Chi sino ad ora ha utilizzato un intero stipendio acquistando regali di Natale, smettendo di farli, si regalerebbe di colpo un mese di vita!
Però cercando bene bene, spazi per liberare tempo si possono forse trovare. Uno molto semplice potrebbe essere il seguente: tantissime persone utilizzano tutta la tredicesima (o una sua parte significativa) per comprare regali di Natale. Se smettessimo di comprare regali di Natale, facendo regali con il cuore invece che con il denaro (una conchiglia raccolta sulla spiaggia, un pezzo di legno con una bella forma trovato nei boschi, un disegno, una poesia o un racconto scritto da sé invece di un libro scritto da altri), tante persone di questa società convulsa potrebbero recuperare un sacco di tempo.
Chi sino ad ora ha utilizzato un intero stipendio acquistando regali di Natale, smettendo di farli, si regalerebbe di colpo un mese di vita!
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