sabato 29 ottobre 2016

Dolori Mestruali: Che Fare?

Dolori mestruali
Ogni mese, l'inizio del ciclo coincide con il primo giorno della mestruazione, che consiste nell'eliminazione della cellula uovo non fecondata insieme al flusso del sangue e alle secrezioni mucose provenienti dallo sfaldamento e dall'espulsione dell'endometrio (il tessuto che riveste l'interno della cavità uterina). In assenza di flusso mestruale si parla di amenorrea, che può essere sintomo di una malattia o di cattive abitudini di vita. Tra i disturbi legati al ciclo mestruale, si ricordano la sindrome premestruale e la dismenorrea. La prima è un complesso di disturbi (dolori, malessere, instabilità emotiva, irritabilità, depressione) che precedono di alcuni giorni l'arrivo della mestruazione e che migliorano o scompaiono con il suo inizio. La dismenorrea, invece, è il ciclo mestruale doloroso e può essere primaria o secondaria a seconda della causa che l'ha provocata. Infine è da ricordare l'endometriosi, una malattia caratterizzata dalla presenza di endometrio al di fuori dell'utero, in sedi anomale, per esempio le ovaie e le tube. La malattia può essere asintomatica o presentarsi con sintomi quali: dolore prima e durante la mestruazione, dolore pelvico cronico, dolore durante e dopo i rapporti sessuali, flusso mestruale alterato o particolarmente abbondante.



A partire dalla pubertà e fino alla menopausa, la donna in condizioni normali produce una cellula uovo matura ogni mese. Contemporaneamente, il suo corpo subisce una serie di cambiamenti in preparazione ad un'eventuale gravidanza. Se in quel mese la donna non rimane incinta, il suo apparato riproduttivo ritorna al punto di partenza e il ciclo inizia da capo. Ciascuna fase all'interno di questo schema ripetitivo è determinata dall'attività degli ormoni secreti dall'ipotalamo, dall'ipofisi e dalle ovaie. Ogni mese, l'inizio del ciclo coincide con il primo giorno della mestruazione, che consiste nell'eliminazione della cellula uovo non fecondata insieme al flusso ematico e alle secrezioni mucose provenienti dallo sfaldamento e dall'espulsione dell'endometrio in assenza di fecondazione.

Come ultimo giorno del ciclo si considera il giorno precedente l'inizio della mestruazione successiva. Nella maggior parte delle donne, la mestruazione ha una durata variabile dai 2 ai 7 giorni, mentre la durata media del ciclo mestruale è di circa 28 giorni.

Amenorrea
Il termine amenorrea definisce l'assenza di flusso mestruale, che può essere anche di natura fisiologica: sono quattro, infatti, i differenti periodi della vita di una donna che sono "naturalmente" caratterizzati dall'assenza fisiologica di flusso (la pre-pubertà, la gravidanza, l'allattamento e la post-menopausa).
La cessazione del ciclo mestruale, al di fuori delle fasi appena elencate, può essere sia sintomo di una possibile condizione patologica sia conseguenza di cattive abitudini di vita.

L'amenorrea può essere di due tipi:
  • primaria quando interessa una ragazza che raggiunti i 18 anni non ha ancora avuto la sua prima mestruazione (menarca)
  • secondaria quando si verifica l'assenza di mestruazioni (per un periodo di almeno tre mesi) in una donna che ha avuto un periodo di cicli spontanei regolari.
La causa più frequente di amenorrea primaria è la pubertà ritardata che può avere un'origine ormonale o genetica; in alcuni casi, inoltre, tale condizione può essere la conseguenza della presenza di malformazioni congenite degli organi genitali.
L'amenorrea secondaria, che interessa un numero maggiore di donne, può essere riconducibile a molteplici cause che includono: malattie endocrine (per esempio, alterazioni dell'ipofisi o della tiroide), alcuni tumori, malattie genetiche o dell'apparato riproduttivo, malnutrizione o disturbi del comportamento alimentare, traumi, interventi chirurgici, malattie psichiatriche, assunzione di alcuni farmaci (per esempio tranquillanti e antidepressivi), stress emotivo, un intenso esercizio fisico….
Nonostante l'amenorrea di per sé non sia una malattia, essa rappresenta generalmente o il sintomo di una qualche malattia o l'indicatore di malsane abitudini di vita. Nei casi in cui si manifesta un'assenza prolungata del ciclo mestruale (amenorrea di natura sia primaria sia secondaria), infatti, è opportuno rivolgersi al ginecologo che, solo dopo avere identificato la causa che ne ha determinato la comparsa, potrà procedere al trattamento.

Alimentazione
Meglio evitare gli alimenti raffinati e devitalizzati (zucchero, farina bianca, riso brillato ecc.), che, a lungo andare, demineralizzano, tolgono tono ai tessuti e vigore al corpo.

E’ utile eliminare caffè, alcol, fumo, prodotti industriali e “cibi spazzatura” che rilasciano in circolo nel corpo sostanze tossiche.
Privilegiare alimenti ricchi di minerali come i germogli, le alghe, le spezie, la frutta e soprattutto la verdura, in particolare quella vivacemente colorata, che può essere assunta in parte cruda e in parte scottata o stufata in pochissima acqua. Può essere utile assumere integratori alimentari (vitamina B6, vitamina E, beta-carotene, lievito di birra in polvere).
Trattamenti
Allo scopo di recuperare l’equilibrio dell'organismo, è fortemente consigliato l'approccio della naturopatia per l'amenorrea essendo che  include  aspetti fisici, emotivi, mentali.
Ripristino dell'equilibrio ormonale: oligoelementi (per esempio zinco-rame) , gemmoderivato di lampone, fitoestrogeni vegetali (soia, trifoglio, salvia, cimicifuga), piante similprogestiniche (agnocasto, dioscorea), calendula e artemisia.Fonti alimentari di fitoestrogeni sono la soia, i cereali, le noci, i legumi, usati nell’alimentazione quotidiana.  
Riequilibrio del peso e della produzione eccessiva di insulina. Un’alimentazione equilibrata consente di riacquistare il peso perso e di evitare gli sbalzi insulinici
Uso di integratori: vitamine A, E e B6, alghe (klamat, spirulina)
Idroterapia locale: impacchi caldo-umidi sul basso ventre, immersioni in acqua calda e sale
Distensione immaginativa o tecniche psicocorporee per la gestione dello stress.
Fare attività fisica è importante, perché regolarizza l’organismo e aiuta a costruire le difese. Tuttavia, un'attività eccessiva può alterare l'equilibrio del flusso mestruale delle donne.

La sindrome premestruale, o disforia, è un complesso di disturbi che precedono di alcuni giorni l'arrivo della mestruazione e che migliorano o scompaiono con il suo inizio. Mentre alcune donne, prima del ciclo mestruale, non presentano alcun disturbo rilevante, per molte di loro questo appuntamento mensile rappresenta un vero problema, caratterizzato da: dolori, malessere, instabilità emotiva, irritabilità, depressione. A questi sintomi si aggiungono le difficoltà nelle relazioni interpersonali, per esempio un atteggiamento aggressivo con i propri familiari, litigi continui con il partner, essere impossibilitati a recarsi sul posto di lavoro, a causa delle accentuate variazioni del tono dell'umore. La sindrome premestruale colpisce le donne in età fertile (dal 20 al 40 per cento). Generalmente, la sindrome è più accentuata nei dieci giorni che precedono il ciclo mestruale, tende a peggiorare con il passare dei giorni, per scomparire gradualmente nel momento in cui arriva la mestruazione. Può durare dai 10 ai 14 giorni, vale a dire, per chi ha cicli molto regolari di 28 giorni, dal sedicesimo giorno fino all'arrivo del ciclo mestruale: un periodo molto lungo, durante il quale la donna può manifestare anche un grande appetito.
Sintomi
Molti sono i sintomi (di natura fisica, psicologica e comportamentale) che si manifestano subito dopo l'ovulazione, ma diversamente da donna a donna, sia per l'intensità sia per la presenza contemporanea di più disturbi. La sintomatologia può essere in alcuni casi talmente accentuata da interferire seriamente con le normali attività domestiche e lavorative. I sintomi che si riscontrano più frequentemente includono:
  • mal di testa, dolori pelvici, sensazione di gonfiore, ritenzione idrica con conseguente aumento di peso, dolore al seno, vampate di calore, comparsa di foruncoli
  • irritabilità, aggressività, variazioni del tono dell'umore, ansia, crisi di pianto immotivate, depressione, stanchezza, difficoltà di concentrazione, modificazioni dell'appetito, perdita della libido
Cause
Le cause all'origine dei sintomi premestruali non sono del tutto note: una parte della responsabilità nella comparsa dei disturbi è probabilmente da imputare ad una variazione dell'equilibrio ormonale, ma sembra comunque ipotizzabile che la sindrome premestruale sia il risultato dell'azione di fattori diversi. Alcune donne, per esempio, producono in eccesso l'ormone della prolattina, che causerebbe la ritenzione idrica e il dolore al seno. Prima del ciclo, inoltre, si verifica un meccanismo per cui si manifesta una maggiore tolleranza all'introduzione degli zuccheri, un processo che fa aumentare la voglia di dolci: da qui possono nascere dei sensi di colpa da parte della donna. E ancora, la mancanza della vitamina B6 (produttrice di serotonina, una sostanza prodotta dalle piastrine incaricata al controllo del sonno, allo stato dell'umore, al comportamento sessuale e alla fame), che spesso si riscontra nella donna prima della mestruazione, potrebbe spiegare la comparsa di un disturbo come la depressione.


Trattamenti

L’ Agnocasto: (Vitex agnus- castus) è una pianta molto conosciuta i cui estratti vengono ricavati dai frutti ricchi di fitoestrogeni, oli essenziali, flavonoidi e iridoidi glucosidici. I principi attivi di questa pianta aiutano a ridurre il gonfiore addominale, i dolori muscolari ed in genere quasi tutti i sintomi della sindrome premestruale. Tutto ciò sembra sia giustificato dal fatto che essi intervengono nel processo di regolazione della dopamina, un neurotrasmettitore che inibisce la sintesi di prolattina e che aumenta la sensazione di piacere nel mangiare, nel bere e nel sesso. Questi due fattori fanno sì che diminuisca la ritenzione idrica ed il dolore al seno causato dall’aumento di prolattina e diminuisca l’appetito con un aumento del tono dell’umore. Diversi studi clinici hanno confermato che una compressa che contiene 4 mg di estratto secco di Agnocasto, o 40 gocce/die di estratto, ha portato ad un miglioramento della sindrome premestruale, di gravità lieve-media, nel 90% dei casi, con concordanza del giudizio sul risultato da parte sia della donna, sia del medico curante. Effetti collaterali (nausea, malessere, disturbi gastrointestinali minori) sono stati riportati dall’1,9% delle donne: sono quindi minimi. Quando la sindrome premestruale è severa, l’agnocasto ha dimostrato una riduzione dei sintomi del 52% nel gruppo trattato verso il 24% del gruppo trattato con placebo.

L’Angelica cinese: (Angelica sinensis) è un’altra pianta molto usata: l’estratto della sua radice è ricco di flavonoidi, acido ferulico, polisaccaridi, fibre, betasitosterolo, fitoestrogeni, vitamine (gruppo B, A, C, E), sali minerali (calcio, potassio, ferro, magnesio, fosforo, sodio), cumarine, colina, carotenoidi. L’Angelica è nota per le sue proprietà tonificanti, detossificanti e remineralizzanti. E’ ricca di fitoestrogeni la cui azione si esplica sui muscoli della parete uterina favorendone il rilassamento; è in grado di normalizzare la contrattilità del muscolo grazie all’aumento del flusso sanguigno dovuto alla presenza di cumarine che sono note per la loro azione di stimolo sulla circolazione sanguigna. Per questo motivo se ne sconsiglia l’uso durante il flusso mestruale ed in concomitanza ad una terapia a base di anticoagulanti.

Verbena: (Verbena officinalis) ha un’azione spasmolitica e nello stesso tempo analgesica; mostra inoltre proprietà diuretiche utili per abbassare la ritenzione idrica e agisce anche sul tono dell’umore mostrando una blanda azione antidepressiva ad ansiolitica.

Rodiola: (Rhodiola rosea) è una pianta di origine siberiana dalle proprietà adattogene; i principi attivi che si ricavano dalla radice, in particolare rosavina e salidrozide, provocano un aumento della secrezione di serotonina, uno dei neurotrasmettitori coinvolti nella regolazione dell’umore. Si ha quindi un’attenuazione degli stati di ansia e di stress; inoltre contribuisce al controllo del peso corporeo perché stimola la mobilizzazione degli acidi grassi del tessuto adiposo rendendoli disponibili alle cellule per essere bruciati durante metabolismo basale.

La Griffonia: (Griffonia simplicifolia) ha un effetto analogo a quello della Rhodiola perché ricca di 5-idrossi-triptofano (HTP), una sostanza in grado di inibire l’azione di controllo della serotonina da parte degli enzimi deputati alla sua inattivazione. Migliora lo stato d’ansia e favorisce il sonno.

Passiflora: (Passiflora incanata), ricca di flavonoidi ed alcaloidi, esercita un’azione benefica sui disturbi del sonno. Elimina anche l’ansia, il nervosismo e favorisce il sonno. Risulta molto efficace anche nella cura degli spasmi nervosi.
Vitamina B6: è molto utile per alleviare i dolori che derivano dalla sindrome premestruale. Questo perché funge da rilassante per la muscolatura liscia, diminuendo i crampi. Come diuretico, inoltre, riduce la ritenzione idrica e il gonfiore. Attenzione, più B6 si assume (sotto forma di integratore) più magnesio occorre al nostro organismo.

Magnesio: calma il sistema nervoso e allevia l’ansia, la depressione, l’irritabilità  e l’insonnia. Come antispasmodico, allevia i crampi e mal di schiena. Il magnesio aiuta anche a ridurre il desiderio di dolci.

Acido gamma-linolenico: è un precursore della prostaglandina-E1, una sostanza simile agli ormoni che aiuta a regolare le funzioni neurologiche e ormonali,  a ridurre gli spasmi muscolari, i crampi, la voglia di zucchero, gli sbalzi d’umore e l’acne. L’apporto di acido gamma linoleico in precedenza citato può essere fornito dall’olio estratto dai semi di Oenothera biennis L. e di Cannabis sativa. Questi oli sono ricchi anche di vitamina E; come già detto l’acido linoleico e le vitamine, in particolare la E, agevolano la diminuzione del gonfiore e della tensione mammaria e sono importanti per contrastare la comparsa di foruncoli tipici della sindrome premestruale.

Acido eicosapentaenoico (EPA): si trova nell’olio di pesce e nell’olio di semi di lino, anche questo produce la prostaglandina-E3

Vitamina E: riduce i crampi e la tensione mammaria dei seni, che spesso gonfiano prima del periodo mestruale di una donna.
Ci sono poi alcuni metodi che possono essere associati a un eventuale trattamento o essere adottati in alternativa, a seconda della gravità della sindrome, per esempio lo stretching, lo yoga o l'attività fisica.

Alimentazione

CIBI NO
L’infiammazione generale dell’organismo è probabilmente la fonte del gonfiore addominale, dei disturbi della pelle, dell’affaticamento mentale. Riuscire a comprendere quali sono i cibi che contribuiscono a farci stare male è già il primo passo necessario per diminuire i sintomi dell’infiammazione.
Tra gli alimenti che dovrebbero essere evitati troviamo sicuramente i junk food, le fritture e gli alimenti confezionati. In particolare, gli alimenti industriali sono pieni di dolcificanti artificiali, conservanti e coloranti che aumentano l’infiammazione del nostro corpo. Poi abbiamo i grassi idrogenati, contenuti nelle margarine e in alcuni prodotti da forno. In genere possiamo evitarli, leggendo con attenzione le etichette.
I principali alimenti pro-infiammatori restano, comunque, i cibi di provenienza animale (eccetto il pesce, per la presenza di omega– 3). In particolare, i prodotti animali ricchi di grassi, come gli insaccati, le carni e i formaggi. La carne, infatti, contribuisce a creare uno stato infiammatorio all’interno del nostro organismo. Anche il consumo eccessivo dei prodotti caseari, intesi come latte, burro, yogurt e formaggi, può provocare stati infiammatori nel nostro organismo. Questo anche a causa dei residui di antibiotici somministrati agli animali all’interno degli allevamenti. Lo zucchero bianco e, in generale, tutti gli alimenti che innalzano il tasso di zuccheri nel sangue predispongono anch’essi all’infiammazione. In questa categoria vanno incluse tutte le bevande gassate e i succhi di frutta che prevedono l’aggiunta di zucchero raffinato, ma anche i dolci e l’alcol. Qui alcune alternative naturali allo zucchero bianco. Il glutine è una proteina contenuta in cereali come grano, orzo e farro che può essere causa di intolleranze alimentari e di patologie. Inoltre, si ritiene che un consumo eccessivo di prodotti contenenti glutine possa provocare una eccessiva infiammazione e acidificazione dell’organismo. Secondo alcuni anche patate e solanacee aumenterebbero l’infiammazione.

CIBI SI
Ecco invece un elenco di cibi che possono aiutare il nostro organismo a disinfiammarsi e disintossicarsi.
Cibi antinfiammatori:  il cereale in genere più indicato per una buona dieta antinfiammatoria è il riso integrale, le cui fibre oltre ad essere antiossidanti regolarizzano il funzionamento dell’intestino. Utili sono anche gli alimenti che contengono grassi omega-3, come il pesce azzurro. Tra gli oli da preferire, meglio scegliere l’olio extravergine di oliva rispetto agli oli di semi. Sì anche a semi di lino, semi di zucca e cipolla.
In generale, comunque, è bene favorire il consumo di cereali integrali, frutta e verdura di stagione, meglio se provenienti da agricoltura biologica. Possono fare al caso nostro anche alcune spezie come la curcuma e lo zenzero, che hanno un forte potere antiossidante e curativo.
Cibi disintossicanti: uno dei più conosciuti alimenti disintossicanti è il carciofo, che riesce ad aiutare il corretto funzionamento del fegato, grazie al suo contenuto di cinarina, che non solo stimola la digestione ma anche la secrezione della bile.
Poi ci sono le verdure a foglia verde, come gli spinaci, le insalate, i broccoli, che agiscono sul nostro apparato digerente, facilitando l’azione di smaltimento delle tossine. Tra le verdure, una menzione speciale deve essere fatta al cavolo, che è insieme antinfiammatorio, antiossidante e antitumorale. Non dimentichiamo, però, anche i finocchi che depurano lo stomaco e i
ravanelli e le zucchine che, invece, ripuliscono l’intestino. L’aglio ha un effetto  antiinfiammatorio e depurativo.  La barbabietola rossa, aiuta nello smaltimento delle tossine. La cipolla è un ottimo drenante e depurativo dei reni. I semi di lino ricchi in omega 3, che sostengono lo sviluppo sano delle nostre cellule e aiutano il processo naturale della digestione e disintossicazione del corpo.

Stile di vita
Diversi fattori correlati allo stile di vita possono peggiorare nettamente la vulnerabilità alla sindrome premestruale. In particolare è fondamentale:

- dormire otto ore per notte. Il sonno è il grande custode della nostra salute, fisica e mentale. La carenza cronica di sonno (quantitativa o qualitativa, quando il sonno è disturbato da frequenti risvegli) crea squilibri nella regolazione ormonale del ciclo mestruale, facilita la depressione e peggiora nettamente la sindrome premestruale;
- ridurre lo stress quotidiano, con ridimensionamento dei compiti, individuando uno spazio, anche piccolo, di relax (per coltivarsi due fiori sul balcone o sul terrazzino, per un bagno alla sera, una lettura in pace, una tisana e po’ di musica rilassante prima di dormire, per una pausa di bellezza, anche solo per guardare il cielo);
- fare sport regolarmente: il movimento fisico consente di scaricare tensioni, rabbia e aggressività in modo naturale, evitando che il sovraccarico di energia negativa si ripercuota sull’equilibrio ormonale e psichico;
- ridurre o meglio abolire i cibi confezionati in scatola o con conservanti aggiunti: contengono infatti sostanze che aumentano nel cervello gli aminoacidi eccitatori, favorendo irritabilità e aggressività (il consiglio, per inciso, vale anche per i bambini!);
- utilizzare più volte il respiro lento e profondo per ridurre la tensione durante il giorno: alla guida, in ufficio, in coda. Tutto quello che porta il corpo in equilibrio aiuta a rasserenare la nostra mente e a farci vivere in armonia.

Dismenorrea
Il ciclo mestruale doloroso, o dismenorrea, è caratterizzato da: dolore addominale (spesso molto intenso), mal di schiena e talvolta mal di testa, nausea e diarrea. Risultati di recenti ricerche hanno rilevato delle correlazioni tra l'intensità dei disturbi e alcune caratteristiche psicologiche della donna, che possono influire negativamente sui sintomi della dismenorrea amplificandoli. La dismenorrea può essere primaria o secondaria.
·         Dismenorrea primaria: si manifesta in genere uno o due anni dopo la comparsa del menarca e scompare quasi sempre dopo la prima gravidanza. È legata ai cambiamenti ormonali dovuti ai cicli ovulatori e, in particolare, ad un'eccessiva produzione di prostaglandine (sostanze che provocano contrazioni spastiche e dolorose dell'utero). Nella dismenorrea primaria il dolore può manifestarsi qualche giorno prima dell'inizio della mestruazione e protrarsi fino ai primi tre giorni dall'inizio del flusso mestruale.
·         Dismenorrea secondaria: insorge generalmente in età più tradiva rispetto alla primaria e può essere causata dalla presenza di una malattia organica degli organi sessuali femminili, per esempio l'endometriosi, un'infiammazione delle tube o delle ovaie, la presenza di fibromi e polipi dell'utero o del collo dell'utero.

Trattamenti
Un dolore mestruale lieve in una giovane donna è da considerarsi normale, e non necessita quindi né di visite ginecologiche né di esami diagnostici. Se il dolore è accentuato e ricorrente, è opportuno eseguire una visita ginecologica ed eventualmente un'ecografia pelvica per escludere la presenza di cause organiche. Se queste procedure sono negative, non è il caso di praticare ulteriori esami. In seguito si potrà ricorrere, per risolvere il disturbo, al trattamento più idoneo. 
- I rimedi fitoterapici contro la dismenorrea, sfruttano le piante dotate di proprietà antispasmodiche cioè in grado di rilassare la muscolatura liscia dell'utero favorendo, in sinergia con gli altri elementi dei loro fitocomplessi, un miglioramento della sintomatologia dolorosa. Altre piante invece agiscono come riequilibranti del sistema ormonale femminile, regolarizzando la produzione di quegli ormoni (prostaglandine PGF2), responsabili delle contrazioni e degli spasmi uterini.  
Achillea: (Achillea millefolium) particolarmente utilizzata in caso di mestruazioni dolorose, risulta essere un ottimo rimedio antispasmodico, e riequilibrante del sistema ormonale. La pianta è indicata anche per tutti quei sintomi connessi alla fase premestruale, associati a nervosismo, irritabilità, sbalzi d’umore, debolezza e nella stanchezza. Durante le mestruazioni, invece, le sue proprietà astringenti, antinfiammatorie ed emostatiche sono sfruttate per diminuire il flusso sanguigno in caso di mestruazioni abbondanti. 
Camomilla: (Matricaria recutita) è una delle piante tradizionalmente più conosciute ed usate come rimedio naturale delle mestruazioni dolorose (oltre che come antinfiammatorio), per l'azione spasmolitica sulla muscolatura liscia dell'utero. 
Calendula: (Calendula officinalis) per uso interno, generalmente come tintura madre o macerato glicerinato, viene impiegata nelle disfunzioni dell'apparato genitale femminile, poiché aumenta le mestruazioni scarse e diminuisce quelle abbondanti. Ha azione antispasmodica sui dolori mestruali e addominali. 
Agnocasto: (Vitex agnus castus) i frutti hanno la capacità di agire sull’ipofisi ed esercitare un’azione antiestrogenica e antispasmodica, indicata per contrastare la dismenorrea, e tutti quei sintomi connessi alla fase premestruale, associati a nervosismo, irritabilità, sbalzi d’umore, ansia, depressione e nei disturbi neurovegetativi della menopausa. 
Salvia: (Salvia officinalis) le foglie esercitano un'azione emmenagogo cioè capace di regolarizzare il flusso mestruale e attenuare le eventuali manifestazioni dolorose; la sua azione ormonale di tipo estrogenico è utile anche per contrastare i disturbi della menopausa. 
Artiglio del diavolo: (Harpagophytum procumbens) antidolorifico ed antiinfiammatorio, effetto dovuto al principio attivo arpagoside che interferisce con la produzione di prostaglandine e ossido nitrico, mediatori dell’infiammazione e della sensazione di dolore.
- Applicazioni o impacchi caldi : mettere un cuscino termico – ad esempio quelli riempiti con noccioli di ciliegia, ottimi per lacapacità di rilasciare gradualmente il calore – o una borsa piena d’acqua calda sulla pancia aiuta a rilassare i muscoli addominali, favorisce l’afflusso di sangue all’utero e, di conseguenza, riduce i dolori mestruali localizzati nella parte bassa dell’addome .
- Fare un bagno o un pediluvio caldo con essenze naturali Un bagno caldo aiuta ad alleviare i dolori mestruali, perché garantisce un rilassamento sia fisico che mentale. Per quanto riguarda il pediluvio, per ottenere degli effetti mirati e favorire la distensione di tutto il corpo, è bene arricchire l’acqua calda con due cucchiaini di spezie o aromi come senape, cannella, timo o zenzero.
- Svolgere attività fisica regolare La sedentarietà non può che aggravare la condizione dei dolori mestruali. L’esercizio fisico riduce gli effetti della tensione e dello stress su tutto il corpo: nuotare, camminare, correre e in special modo praticare yoga o pilates sono attività adatte ad aumentare l’afflusso di sangue, innalzare i livelli di serotonina e dopamina e a ridurre l’impatto dei sintomi del ciclo.
- Altri trattamenti che hanno dimostrato di possedere una certa efficacia sono il magnesio e la vitamina B1. Sono in commercio prodotti per la dismenorrea che associano preparati di erboristeria con queste sostanze. Questi preparati si dovrebbero assumere nei 7-10 giorni precedenti la comparsa del ciclo. In caso di dismenorrea secondaria, invece, il trattamento varierà a seconda della causa.

Alimentazione
I dolori mestruali hanno diverse concause che si possono prevenire con un approccio integrato ed una sana alimentazione. Nei 14 giorni che precedono il ciclo è necessario:
Diminuire se non evitare latte e derivati, cereali raffinati e zucchero bianco, carni di vitello e pollo che contengono ormoni
Arricchire l’alimentazione con cibi contenenti magnesio: piselli, verdure verdi, mandorle, arachidi e cacao
Integrare la propria dieta Se i dolori mestruali sono particolarmente intensi e persistenti si può ottenere giovamento incrementando l’apporto all’organismo di sostanze come le vitamine B6, D ed E, acidi grassi come gli Omega 3 e alcuni sali minerali, in particolare magnesio e calcio.
E’ consigliato perciò un abbondante consumo di cibi che sono ricchi di queste sostanze (come spinaci, riso, datteri, cavoli, broccoli, fichi, arance, sardine, salmone); nell’impossibilità di adeguare il regime alimentare – per motivi di gusto, intolleranze, tempo – può essere utile l’assunzione di integratori alimentari specifici, in grado di aiutare a ristabilire gli squilibri ormonali alla base di questi fastidiosi fenomeni.
La consumazione frequente di acqua, frutta e fibre, contenute in legumi come le lenticchie e i ceci può aiutare ad alleviare i crampi addominali
Preferire cibi ad azione rilassante soprattutto a cena: fagiolini, zucchine, patate bollite, pasta o riso condita con il pesto.

Attenzione ai cibi che interagiscono con la coagulazione: agrumi, formaggi, carote, peperoni, zucca, pesce e ananas.
Importante anche la flora batterica intestinale che va reintegrata con probiotici specie-specifici e nutrita con alimenti ricchi di fibre: in caso di disbiosi e con una dieta povera di fibre infatti gli ormoni potrebbero non essere eliminati completamente e questo peggiora la sintomatologia dolorosa.

Scritto da Martina Koren - Erborista-



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